La mostra Lego The Art of The Brick è tornata a Milano, dall’aprile 2022 . Noi l’abbiamo visitata qualche anno fa e ne abbiamo un ricordo davvero speciale. Del resto in famiglia amiamo molto i Lego.
E se fin da piccolo provi quel piacere misto a godimento nell’incastrare perfettamente i pezzi e nel vedere comparire una casa, un palazzo, una macchina o una roulotte, difficilmente questa passione ti abbandona una volta raggiunta l’età adulta.
Li conservo ancora tutti i miei vecchi Lego. Quando i personaggi erano animali e io inventavo storie incredibili passando pomeriggi interminabili a costruire.
I Lego non sono mai mancati tra i regali di compleanno e Natale per i miei figli. Lego Duplo, City, Chima, Ninjago, Star Wars, Friends, Frozen… ora arriva anche Harry Potter. Ed è vero che bisogna diffidare delle imitazioni perché, mi spiace per Hello Kitty e Masha e Orso, ma non c’è storia.
I Lego sono stati il motore che ci ha spinto a intraprendere alcuni viaggi, quello indimenticabile in Danimarca o il bellissimo weekend in Baviera.
I due parchi Legoland, più o meno in egual misura (ma il tema merita un post a parte), ci hanno affascinato, divertito, entusiasmato. Vedere enormi costruzioni realizzate con i mattoncini è davvero una grande emozione. Ti rendi conto che questi pezzettini minuscoli non sono solo dei semplici e banali giocattoli, ma degli strumenti preziosi per dar vita a vere e proprie creazioni artistiche.
Ed è esattamente quello che ha pensato Nathan Sawaya, il primo artista in assoluto a portare i Lego nel mondo dell’arte. Una sua citazione rende bene l’idea attorno a cui ruotano la sua vita e le sue opere.
“L’arte rende l’uomo migliore, è necessaria per capire e dona felicità alle persone, indiscutibilmente l’arte non è un optional”
Ed è proprio seguendo questa vocazione che Sawaya molla una brillante carriera di avvocato che non lo soddisfa e non lo rende felice. Perché, in fondo in fondo, è questa la nostra missione su questa Terra. Quella che, alla fine dei nostri giorni, decreterà, a mo’ di somma degli addendi, il risultato finale e definitivo: soddisfazione o fallimento.
Trovare qualcosa che davvero ci appaghi, che accenda in noi la fiamma e che ci renda persone migliori. Nathan trova la scintilla nella creazione artistica. E non servono necessariamente creta, blocchi di marmo e scalpello o tele e pennelli per esprimersi. Bastano “semplicemente” dei mattoncini Lego. Elevare ad arte un elemento così apparentemente insignificante. Un gioco per bambini. E crederci veramente perché con un mattoncino alla volta si può costruire un sogno.
Questa esposizione, oltre a essere oggettivamente bellissima ed entusiasmante e a essere stata dichiarata dalla CNN una delle dieci mostre imperdibili al mondo, è una fonte di ispirazione che si adatta perfettamente all’inizio di un nuovo anno.
Perché ogni sala è impreziosita da scritte, citazioni a caratteri cubitali che ci interrogano, ci fanno affiorare quei buoni propositi che sarebbe bello riuscire a mantenere quanto meno fino al 31 dicembre, possibilmente per tutta la vita.
Una mostra che ha il potere, come poche, di affascinare grandi e piccoli allo stesso modo. Non è un’esposizione spiccatamente per bambini e non è nemmeno un evento riservato agli adulti.
Ognuno ci legge quello che vuole. I piccoli appassionati del genere probabilmente torneranno a casa con la voglia di cimentarsi con i mattoncini per creare qualcosa che va al di là delle semplici istruzioni che si trovano nelle confezioni. Probabilmente vi tormenteranno per cercare su Internet libri da cui prendere ispirazione per creare di tutto con i Lego. E probabilmente vi toccherà cedere perché, in fondo in fondo, volete provarci anche voi.
E i grandi rimarranno a bocca aperta, si perderanno tra le spiegazioni, si stupiranno davanti alla perfezione delle ombre, delle prospettive. Ammireranno la Gioconda prima a venti centimetri di distanza e poi si sposteranno sempre più lontano per avere una visione d’insieme migliore.
Usciranno ispirati, motivati, entusiasmati da questa forma d’arte così semplice eppure così ingegnosa. E, a costo di sembrare blasfema, nutriranno per Sawaya la stessa profonda ammirazione che si prova per Michelangelo, Leonardo e compagnia bella.
Perché l’arte è tale a prescindere dal materiale che si usa. La dignità di un blocco di marmo è pari a quella di un mattoncino di plastica.
E il fine è lo stesso. Elevare al bello, che è poi l’unica cosa che può rendere l’uomo migliore.
Del resto, “art is not an optional”
Mostra lego The Art of the Brick: info utili per la visita
La primissima mostra “The Art of the Brick” che abbiamo visitato è stata l’edizione di Roma di inizio 2016 presso lo Spazio Eventi Tirso. Poi i nostri amati Lego sono sbarcati anche a Milano, in una delle sedi espositive che più stiamo frequentando ultimamente. La Fabbrica del Vapore. E ci siamo tornati per la seconda volta.
Ora che la mostra lego The Art of the Brick è tornata a Milano, non vedo l’ora di portare la terzogenita che all’epoca era troppo piccola per apprezzarne la bellezza. La sede della mostra è RIDE MILANO in Via Valenza 2 a Milano, fermata Porta Genova.
Il costo varia dai 15 ai 18 euro per il biglietto intero, da 11 a 14 per il ridotto, esiste una tariffa Family agevolata. Il costo varia in base ai giorni e agli orari scelti.
L’audioguida è consigliata con i bambini, rimarranno affascinati dalle spiegazioni. L’esposizione, come già precisato, non è esplicitamente per i più piccoli ma è uno di quei rarissimi eventi davvero per tutti.
Al termine della visita, prima dell’uscita, viene allestita un’area gioco in cui ho visto grandi e piccoli cimentarsi nelle più disparate costruzioni, fianco a fianco.
La durata della visita è di circa un’ora.
Preparatevi anche all’area souvenir. Tra matitone giganti o gioielli fatti di Lego, ce n’è davvero per tutti i gusti.
Ci sono anche tantissimi libri che invitano alla creatività e insegnano come costruire con i Lego.
Perché ricordate: i sogni si realizzano… un mattoncino alla volta!
4 Comments
Ci sono stata ieri con la mi famiglia! L’ho trovata meravigliosa, geniale nella semplicità dell’elemento usato. E il motto campeggerá in casa mia, “l’arte non è un optional “!
Davvero! Uno slogan bellissimo da tenere a mente sempre!
Da che età pagano i bambini?
Ciao Olivia, non pagano sotto i tre anni, quindi dai 3 anni in su ci vuole il biglietto ridotto. Buona giornata